Camporeale è un Comune di 2983 abitanti, in provincia di Palermo. Esso sorge nell’alta valle del fiume Belice a 440 metri sul livello del mare, al confine delle province di Palermo, Trapani e Agrigento.
Da Makella alla fondazione
Sembra che nel territorio di Camporeale sorgesse un tempo la città di Makella o Macella (di epoca greco-romana) citata da Polibio e Tito Livio.
Il territorio rimase pressoché disabitato fino al 1613, quando Donna Violante Ferreri vendette 600 salme di terra dei feudi Macellaro e Macellarotto a Vincenzo Grattino, il quale nel 1642 donò l’intera proprietà ai Gesuiti.
I Gesuiti vi fondarono una grande e fiorente masseria, ma poco più di un secolo dopo, con la soppressione dell’Ordine, il fisco incamerò tutti i loro beni.
Nel 1767 il fisco concesse in gabella il feudo Macellaro, insieme ai feudi limitrofi. I gabelloti spesso subaffittavano porzioni di terra ai contadini.
Nel 1778 Don Giuseppe Beccadelli di Bologna, Marchese di Sambuca, consigliere e primo segretario di Stato, soppresse l’ex masseria gesuitica e ne assegnò i beni al Tribunale del Real Patrimonio.
Successivamente (1779) lo stesso Beccadelli acquistò i feudi e masserie di Sparacia, Pietralunga, Dammusi e Signora, Mortilli e Macellaro ad un prezzo irrisorio. Il marchese, accusato di aver approfittato della sua carica per i propri interessi personali, finì sotto processo; ottenne l’assoluzione, ma rimasero i sospetti sulla sua amministrazione spregiudicata.
Il nuovo proprietario non si limitò all’acquisto delle terre. Dopo aver ottenuto il mero e misto imperio (privilegio reale che concedeva ai feudatari di poter esercitare la giustizia civile e penale sui propri vassalli) e la licentia populandi nel 1783, il Beccadelli fondò nel feudo Macellaro un nuovo paese a cui diede il nome di Camporeale ed emanò un bando con il quale assicurava immunità e protezione per coloro che si fossero trasferiti nel nuovo paese.
Dunque molte persone provenienti dai paesi vicini si stabilirono nei nuovi centri di Camporeale San Giuseppe dei Mortilli (poi San Giuseppe Jato). Grazie ai registri dei battesimi, matrimoni e defunti (dal 1780) che si conservano presso l’archivio della parrocchia S. Antonio di Padova, è possibile ricostruire la storia e la provenienza delle prime famiglie che popolarono il nuovo centro abitato.
I Beccadelli di Bologna
– Le origini
La famiglia Beccadelli si stabilì in Sicilia con un Vannino Beccadelli nella prima metà del XIV secolo. Questi apparteneva ad una delle più antiche e prestigiose casate bolognesi, i cui membri ricoprirono numerose cariche pubbliche ed ecclesiastiche già dal XII secolo.
– L’ascesa
In Sicilia i Beccadelli strinsero alleanze con le più importanti famiglie ed ebbero una rapida ascesa economica e politica. Si dedicarono a varie attività (compresa la produzione dello zucchero), acquistarono numerosi feudi e fondarono nuove terre (Altavilla, Sambuca, Marineo, Capaci, Camporeale, San Giuseppe dei Mortilli).
Fra i numerosi membri degni di nota citiamo un Enrico, pretore della città di Palermo nel 1395 e padre di Antonio, detto il Panormita, insigne umanista e precettore di re Alfonso; Simone, arcivescovo di Palermo e Presidente del Regno nel 1452; un Gilberto, primo marchese di Marineo nel 1563.
– Il culmine e l’estinzione
Il fondatore di Camporeale, Giuseppe Beccadelli, fu gentiluomo di camera di re Ferdinando IV, ambasciatore presso il granduca di Toscana e presso la corte di Vienna, cavaliere dell’ordine di San Gennaro e grande di Spagna di prima classe. Alla sua morte, avvenuta nel 1813, il titolo e i beni passarono ai suoi discendenti. La famiglia si estinse con Marianna Beccadelli, che nel 1920 sposò Filiberto Sallier De La Tour.
Camporeale dal XIX al XX secolo
Dopo la fondazione, Camporeale conobbe una crescita piuttosto rapida: vi risiedevano 950 abitanti nel 1798, 2041 nel 1831 e 3041 nel 1852.
Nel 1819 un decreto che divise la Sicilia in 23 distretti assegnò Camporeale al distretto di Alcamo, il quale a sua volta era incluso nella Valle (poi provincia) di Trapani.
Durante i moti del 1820-21 alcuni rivoltosi incendiarono l’archivio comunale. Nel 1841 una controversia sorta fra i il principe e gli affittuari delle terre comuni si concluse con l’abolizione del diritto di riscossione dei canoni d’affitto da parte del principe.
Le gravi epidemie di colera e vaiolo che colpirono la Sicilia a più riprese durante tutto l’Ottocento non risparmiarono nemmeno Camporeale: le vittime furono numerose. Le condizioni di vita dei contadini erano molto misere. Come se ciò non bastasse, la fillossera distrusse i vigneti. Molti contadini emigrarono in America e in Tunisia. Nel secondo dopoguerra molti abitanti di Camporeale emigrarono nel nord Italia e all’estero.
Nel 1954 Camporeale fu aggregato alla provincia di Palermo.
Il 15 gennaio 1968 un violento terremoto colpì la valle del Belice. Anche Camporeale subì gravi danni, ma non fu distrutto totalmente. In seguito alla ricostruzione sorsero nuovi quartieri nelle contrade Serpi e Mandrianuova.